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Canzona di Bacco
di Lorenzo de' Medici

Canti carnascialeschi, VII

Quanto è bella giovinezza

che si fugge tuttavia!

Chi vuol esser lieto, sia,

di doman non c’è certezza.

 

5 Questo è Bacco e Arïanna,

belli, e l’un dell’altro ardenti;

perché ’l tempo fugge e inganna,

sempre insieme stan contenti.

Queste ninfe e altre genti

10 sono allegri tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia,

di doman non c’è certezza.

 

Questi lieti satiretti,

delle ninfe innamorati,

15 per caverne e per boschetti

han lor posto cento agguati;

or da Bacco riscaldati,

ballon, salton tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

20 di doman non c’è certezza.

 

Queste ninfe anche hanno caro

da lor essere ingannate:

non può fare a Amor riparo,

se non gente rozze e ingrate;

25 ora insieme mescolate

suonon, canton tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Questa soma, che vien drieto

30 sopra l’asino, è Sileno:

così vecchio è ebbro e lieto,

già di carne e d’anni pieno;

se non può star ritto, almeno

ride e gode tuttavia.

35 Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Mida vien drieto a costoro:

ciò che tocca, oro diventa.

E che giova aver tesoro,

40 s’altri poi non si contenta?

Che dolcezza vuoi che senta

chi ha sete tuttavia?

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

45 Ciascun apra ben gli orecchi,

di doman nessun si paschi,

oggi sìan, giovani e vecchi,

lieti ognun, femmine e maschi.

Ogni tristo pensier caschi:

50 facciam festa tuttavia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

 

Donne e giovinetti amanti,

viva Bacco e viva Amore!

55 Ciascun suoni, balli e canti,

Arda di dolcezza il core:

Non fatica, non dolore!

Ciò che ha esser, convien sia.

Chi vuole esser lieto, sia:

60 di doman non c’è certezza.

Bacco dio del vino e la sua compagna Arianna trovata sull'isola di Nasso. Arianna abbandonata da Teseo che prima aveva aiutato a uccidere il Minotauro.
Nel cantare la gioia (purtroppo effimera) della vita, Lorenzo esalta la giovinezza

 Lorenzo de' Medici, Canti carnascialeschi, VII Composto per il carnevale del 1490, è il più famoso "trionfo" del rinascimento. Il poeta descrive una sfilata di carri allegorici, popolati da diversi personaggi mitologici che celebrano la bellezza della vita e dell'amore, insidiata dal trascorrere del tempo e dall'incertezza del futuro.

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