Poesia di Enza Lepore
Ai tempi del coronavirus
E all’ improvviso si abbatté sul mondo l’ oscurità,
le strade divennero più silenziose,
la gente andava in giro con mascherine per tenere lontano il virus,
la gente moriva ammassata negli ospedali,
non vi fu posto nemmeno nei cimiteri,
i loro corpi vennero cremati.
E all’ improvviso si abbatté sul mondo l’ oscurità,
agli uomini fu impedito di uscire, di baciarsi, di stringersi le mani,
agli uomini fu impedito di baciare i propri cari,
e all’ improvviso si abbatté sul mondo l’ oscurità,
le chiese vennero chiuse,
non vi fu spazio nemmeno più per recitare una preghiera,
i teatri vennero chiusi,
i cinema vennero chiusi,
i locali vennero chiusi …
le scuole vennero chiuse, si seguivano le lezioni online;
e tutto il mondo si azzittì,
rimasero aperti solo i negozi che vendevano viveri di prima necessità,
si faceva la fila per comprare il pane, la pasta, il latte,
si entrava pochi per volta nei negozi per comprare il pane.
E all’ improvviso si abbatté sul mondo l’ oscurità e tutto il mondo si azzittì.
Ma mentre il mondo si azzittiva,
le rondini continuavano a volare libere nel cielo,
gli animali continuavano a calpestare la terra,
mentre agli uomini fu impedito di uscire di casa,
i ruscelli continuavano a scorrere,
il mare continuava a ondeggiare,
il sole continuava a splendere,
e all’ improvviso, forse …
il divino ci volle dare un messaggio.
Forse! volle dire agli uomini che questa terra non appartiene solo a voi,
non avete solo voi i il diritto di calpestarla,
non siete solo voi gli unici abitanti di questa terra.
tu, uomo… non sei necessario su questa terra,
tu, uomo! Hai contaminato la terra,
tu, uomo, hai fatto guerre, ucciso, violentato,
tu, uomo, non sei necessario su questa terra.
Mentre agli uomini fu impedito di uscire,
gli animali, i fiori, gli alberi, i mari, i ruscelli
continuavano a vivere in questo mondo.