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fiume salici
Sulle rive dei fiumi di Babilonia

Sulle rive dei fiumi di Babilonia
Ci ponemmo a sedere e a piangere
Nel ricordarci di Sionne.
Ai salici che vi erano
Appendemmo le nostre cetre.
Perché là quelli che ci avevan condotti schiavi
Ci chiedevan dei canti,
Quelli che ci avevan portati via:
«Cantateci qualcuno dei cantici di Sion».
Come potremo cantare il cantico del Signore
In terra straniera?
Se io ti dimenticherò, o Gerusalemme,
Resti paralizzata la mia destra,
Mi s'attacchi la lingua al palato
Se mi dimenticherò di te,
Se non porrò Gerusalemme
Al di sopra d'ogni mia gioia.
O Signore, ricordati dei figli d'Edom,
Che nel giorno di Gerusalemme dicevano:
«Spiantatela, spiantatela fino alle fondamenta».
Infelice figlia di Babilonia,
Beato colui che ti tratterà
Come tu hai trattato noi.
 Beato chi afferrerà i tuoi bambini
E li sbatterà contro le pietre.

Salmi, 136, 

Si tratta di uno dei salmi più belli e più celebri, espressione dell'amore per la patria, della desolazione dell'esule, della malinconia ed il rimpianto. Sentimenti di carattere universale, espressi in versi strazianti e impregnanti di quell'amarezza che tanto dolorosamente accompagnerà le peregrinazioni degli ebrei in tutti i tempi.

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