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Frasi del Film Una questione privata
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Frasi del Film Una questione privata

Frasi e citazioni del film Una questione privata
Frasi del film Una questione privata

Una questione privata è un film diretto da Paolo e Vittorio Taviani, tratto dal romanzo Una questione privata di Beppe Fenoglio pubblicato nel 1963.

Durante la guerra di liberazione nelle Langhe, Milton, il partigiano, si trova a combattere contro i nazifascisti, mentre coltiva l'amicizia per i compagni di brigata e vive il suo  amore per Fulvia che frattanto scherza anche con il suo migliore amico Giorgio.
Nel romanzo si intrecciano tre temi fondamentali l’amore, la resistenza, la tematica contadina.

Durata 84 min
Genere guerra, drammatico
Soggetto Beppe Fenoglio (racconto)
Regia Paolo e Vittorio Taviani

Sceneggiatura Paolo e Vittorio Taviani
Fotografia Simone Zampagni
Montaggio Roberto Perpignani
Musiche Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Costumi Lina Nerli Taviani
Scenografia Emita Frigato

Cast
Valentina Bellè: Fulvia
Luca Marinelli: Milton
Anna Ferruzzo: Custode
Marco Brinzi: Contadino
Francesco Turbanti:
Lorenzo Richelmy: Giorgio
Lorenzo Demaria: Radiosa Aurora
Luca Cesa: Jack
Giulio Beranek: Ivan

Frasi film Una questione privata

Questa è Fulvia sfollata da Torino per fifa dei bombardamenti. Giorgio - Lorenzo Richelmy Giorgio 

E' questo Fulvia, è il mio amico più amico, Milton te ne ho parlato ieri ricordi? Militari insieme a Roma fuggiaschi insieme dopo l'armistizio è un Dio. Giorgio - Lorenzo Richelmy

Milton, non è il tuo nome di battesimo - Valentina Bellè - Fulvia

No fu la mia professoressa di inglese a chiamarmi Milton. Milton - Luca Marinelli

Sei Milton io cerco Giorgio non era con voi.

Il signorino Giorgio era un vero ballerino anche lui è un partigiano, perche dici che preferivi me a lui.

Al secondo appuntamento Fulvia gli disse che scriveva benissimo. «Sono... discreto». «Meravigliosamente, ti dico. Sai che farò la prima volta che andrò a Torino? Comprerò un cofanetto per conservarci le tue lettere. Le conserverò tutte e mai nessuno le vedrà. Forse le mie nipoti, quando avranno questa mia età». E lui non poté dir niente, oppresso dall'ombra della terribile possibilità che le nipoti di Fulvia non fossero anche le sue.

Basta. Non mi parlare più. Mi fai piangere. Le tue bellissime parole servono solo, riescono solo a farmi piangere. Sei cattivo. Mi parli così, questi argomenti li cerchi e li sviluppi solo per vedermi piangere. No, non sei cattivo. Ma sei triste. Peggio che triste, sei tetro. Almeno piangessi anche tu. Sei triste e brutto. E io non voglio diventare triste, come te. Io sono bella e allegra. Lo ero.

Oh come stanno bene i miei poveri due figli, come stanno bene sottoterra, al riparo degli uomini.

Dovremmo pensare un pò di piú a quelli di noi che son finiti in Germania. Dovremmo tenerli un po’ piú presenti. Dovremmo schiacciare un po’ di piú l’acceleratore anche per loro.

Si deve stare tremendamente male dietro un reticolato, si deve fare una fame caína, e c’è da perdere la ragione.

Anche un solo giorno può essere importante per loro, può essere decisivo. Se la facciamo durare un giorno di meno, qualcuno può non morire, qualcun altro può non finir pazzo. Bisogna farli tornare al piú presto.

Questa guerra non la si può fare che cosí. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi.

Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere, in un'epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che a vivere. Avrebbe rinunciato a tutto per quella verità, tra quella verità e l'intelligenza del creato avrebbe optato per la prima.

Bepp Fenoglio definì questo racconto “un intreccio romantico non sullo sfondo della storia, ma nel fitto della guerra: la liricità del nucleo centrale è esaltata dallo sfondo epico, e l’alternarsi delle vicende reali con quelle solo rievocate e sognate è elemento determinante del romanzo.”

Una Questione Privata (2017) di Paolo e Vittorio Tavian

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