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Poesia di Marianna Giudici 
Oro di primavera

La stanza è semibuia, piccolina:
e serve da tinello e da cucina
alla povera gente
che vi ha fatto il suo nido. Ha
solamente
pochi mobili vecchi.
Oh! non poltrone e specchi,
ma il tavolo, le sedie, la credenza,
quello di cui nessuno può far senza.
Tra la porta e l'acquaio
c'è pure un divanetto
stinto, tarlato... roba da solaio.
La casa è proprio triste e disadorna.
Ma dai prati ritorna,
ecco, la bimba con un suo tesoro:
poche primule d'oro
colte or ora per argini e per prode,
sopra ancor umide zolle.
Di quelle sue corolle
fa la bimba un mazzetto,
lo colloca felice, in mezzo al bruno
tavolo nudo, dentro a un suo vasetto.
Guarda. Oh! prodigio! Certo, ora, nessuno
potrà dir la sua casa
malinconica. e brutta.
Quell'oro, quell'odor di primavera
la fan splendere tutta.

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