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Poesie e filastrocche primo giorno di scuola
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Poesie e filastrocche primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola
Gruppi di ragazzi e ragazzine vocianti, maglie di tutti i colori,
cartelle, libri, allegri richiami: le scuole si rianimano dopo
due mesi di silenzio.
I tempi mutano, ma i rgazzi non cambiano.

Poesia di Gianni Rodari
Il primo giorno di scuola
Suona la campanella
Scopa scopa la bidella
Viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.

Metti la penna nell’astuccio,
(…) fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
Ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
amare, lottare, lavorare.

Filastrocca di M. Cecchi. Bruno Tognolini
Benvenuta scuola
S
come Scuola

    C come Compagni
U per tutti Uguali
    O per Occhi e Occhi
L per Lezione
A desso ricreazione

Tragedia di un dieci
di Gianni Rodari

Fuggiva un giorno un Dieci
pieno di trepidazione,
inseguito da un nemico mortale: la Sottrazione!
Il poverino è raggiunto, crudelmente mutilato:
ben due unità ha perduto, un Otto è diventato.
Dalla padella cascando nella brace,
ecco qua,incappa nella Divisione
che lo taglia a metà.
Ora è un misero Quattro, mal visto dagli scolari.
"Consolati - gli dicono - sei sempre un numero pari..."
"C'è poco da consolarsi la mia sorte è ben dura.
O incontro un'Addizione o sarà...la bocciatura".

Il girotondo del «Ghi» e del  «Ghe»
Girotondo del ghi e del ghe
più se ne trovano
e più ce n'è.
Margherite già fiorite,
righe, vanghe
spighe e stanghe
tanti funghi
grossi e lunghi,
ghiaccio e aghi,
ghiaia e maghi.
Girotondo
del ghi e del ghe
scrivine ancora
qualcuno da te.

Poesia di Gianni Rodari
Una scuola grande come il mondo
C’è una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri, professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e così così.
Ci si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino
ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
Quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai
promosso.

Poesia di Gianni Rodari
L’ama
C'era una volta una povera ama,
per essere una lama intera,
una vera lama di coltello,
le mancava la elle: gliel'aveva rubata
un apostrofo pirata.
La poverina non tagliava più
né la carne cruda né la carne cotta:
non tagliava nemmeno la ricotta.
In fondo al cassetto deperiva,
e del mal della ruggine pativa.
Per fortuna la scoprì un arrotino
che da bambino
aveva studiato bene l'ortografia:
le ridiede la elle, l'affilò
e per il mondo la rimandò
col suo coltello
a ritagliare questo e quello.
Dunque state attenti, per piacere:
lasciatele la sua elle, o per vendetta
è capace di tagliarvi qualche falangetta.

Poesia di Zietta Liù
Noi ragazzi
Siamo ragazzi: ci risplende in viso
tutta la gioia della nostra età,
nel nostro chiaro e limpido sorriso
brilla una luce di serenità.
Siamo ragazzi: certo non perfetti,
ma nonostante il gioco e l’allegria,
all’occorrenza diventiamo ometti,
mostrando del dovere bramosia,
intelligenza pronta e cuore d’oro;
e alla scuola allegro ognuno va,
e trova uguale gioia nel lavoro,
e nello studio la felicità.

Filastrocca settembrina
di Gianni Rodari
Filastrocca settembrina,
già l’autunno si avvicina,
già l’autunno per l’aria vola
fin sulla porta della scuola.
Sulla porta c’è il bidello,
che fischietta un ritornello,
poi con la faccia scura scura
prova la chiave nella serratura,
prova a suonare la campanella…
Bambino, prepara la cartella!

Filastrocca per la sottrazione
Le gallinelle
10 galinelle
andavan chissà dove,
1 cambiò strada
e son rimaste nove

9 gallinelle!?
disse il lupacchiotto
1 me la mangio
E son rimaste otto.

8 gallinelle
fuggiron come saette
1 cadde in acqua..
e son rimaste sette.

7 gallinelle
beccaron scarabei
una stette male e son rimaste 6.

6 gallinelle
rubaron le insalate
1 finì in prigione
e 5 son restate.

5 gallinelle
passaron nuovi guai
1 fu rubata
4 ne conterai.

4 gallinelle
cantaron Coccodè
1 andò a covare
e son rimaste 3.

3 gallinelle
dormiron presso un bue
1 fu schiacciata
e son rimaste 2.

2 gallinelle!?
disse la volpe bruna.
Sono fortunate.
E ne rimase 1.

1 gallinella
non volle restar sola,

presa la cartella..
e se ne venne a scuola. 

Filastrocca di Gianni Rodari
B. P.
Tutte le lettere dell'alfabeto
hanno un suono vivace e lieto
tranne l'Acca che, come si sa,
un suono proprio non ce l'ha.
Ci sono lettere importanti:
l'A che a tutte sta davanti,
del suo primato è molto orgogliosa
e porta sempre la Maglia rosa;
la Zeta, con cui si scrive «zero»,
è più temuta dell'Uomo Nero.
Ci sono lettere buone e care
come la G del verbo giocare.
Certe lettere vanno in coppia,
e la T spesso si raddoppia...
Ma la coppia più speciale,
famosa su scala internazionale,
è quella che vedete qui:
una B. con una P.
B.P... Che vuol dire? Pensateci un po':
forse Buon Pranzo... forse Buon Pro...
Oppure... Buona Passeggiata?
Trovate da soli la ... Bella Pensata.

Poesia di Roberto Piumini
La scuola

Vado a Scuola, vedo amici,
gioco, parlo, imparo, rido,
più si è, più si è felici:
degli amici io mi fido.
...La maestra ha bei capelli
è un'amica un po' più grande
lei ci insegna ritornelli,
lei risponde alle domande.
vado a Scuola, vedo cose,
le disegno con colori,
sento storie misteriose,
e alla fine torno fuori.


Poesia di Bruno Tognolini
Per una scuola che assomigli al mondo
Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
Non sono divisi in scaffali
Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
Non sono divise in reparti
...Nel mondo c'è un nido, che è la tua classe
Uscendo non trovi le casse
Nel mondo ci sono maestri un po' maghi
Ci sono, non solo se paghi
Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
Nel supermercato si acquista
E allora rispondi con una parola
Com'è che la vuoi la tua scuola?

Poesia di Vivian Lamarque
Finalmente ecco la scuola

Il giorno dell'inizio è già arrivato
e indossi il grembiulino di bucato.
I bimbi hanno cestini o zainetti.
E dentro tu lo sai cosa ci metti;
la gomma, le matite colorate,
le forbici con le punte arrotondate.
In classe la lavagna trovi pure
e i cartelloni pieni di figure.
si ritaglia, si incolla, si colora,
così si cambia gioco ad ogni ora.
E che divertimento la lettura,
che usto con i conti e la scrittura!
quante scoperte splendide da fare,

quante storie stupende da ascoltare!
E poi è bello stare in compagnia
di amici vecchi e nuovi, in allegria.
Con loro parli, ridi e canti in coro.
Allora buona scuola... e buon lavoro!

Filastrocca delle maestre
Bruno Tognolini

Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
Col tempo, ti insegnerò tutto
Insegnami fino al profondo dei mari
 Ti insegno fin dove tu impari
...Insegnami il cielo, più su che si può
 Ti insegno fin dove io so
E dove non sai? - Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, un albero e un seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te 

Poesia di Bruno Tognolini
Diritto al gioco

Fammi giocare solo per gioco
senza nient'altro, solo per gioco,
senza capire, senza imparare,
senza bisogno di socializzare.
Solo un bambino con altri bambini,
senza gli adulti sempre vicini.
Senza progetto, senza giudizio,
con una fine, ma senza l'inizio.
Con una coda ma senza la testa
solo per finta, solo per festa.
Solo per fiamma che brucia per fuoco...
Fammi giocare solo per gioco.

Filastrocca del bimbo futuro.
Bruno Tognolini

Sono un bambino, sono il tuo dono,
prima non c'ero e adesso ci sono.
Sono il domani, dalle tue mani
devi difendermi con le tue mani.
...Sono il futuro, sono arrivato,
e sono qui perchè tu mi hai chiamato.
Come sarà l'orizzonte che tracci
dipende da come mi abbracci.

Prima filastrocca di casa e di scuola
Bruno Tognolini
A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è l’abbraccio
A casa c’è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A scuola finestra
A casa io sono
A scuola divento
A casa c’è sole
A scuola c’è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c’è il nido
A scuola c’è il mondo

Poesia di Gianni Rodari
La scuola dei grandi


Anche i grandi a scuola vanno
tutti i giorni di tutto l’anno.
Una scuola senza banchi,
senza grembiuli nè fiocchi bianchi.
E che problemi, quei poveretti,
a risolvere sono costretti:
“In questo stipendio fateci stare
vitto, alloggio e un po’ di mare”.
La lezione è un vero guaio:
“Studiare il conto del calzolaio”.
Che mal di testa il compito in classe:
“C’è l’esattore delle tasse”!


Seconda Filastrocca di casa e di scuola
Bruno Tognolini
Se resti a casa, i grandi
se ne vanno al lavoro,
vedono i posti e i mondi,
e sanno tutto loro.
E quando poi ritornano,
dopo gli abbracci e i salti,
son loro che raccontano
e tu ascolti.
Ma se tu vai a scuola,
ogni giorno dell’anno
ti succedono cose
che le mamme non sanno.
E quando torni a casa,
per una buona volta,
sei tu che le racconti
e mamma ascolta.


La partenza per la scuola
di Lina Schwarz
Arrivederci! me ne vado a scuola
a studiare; lo vedi, ho la cartella!
Che! ti dispiace ch’io ti lasci sola?
Non vuoi restar senza la tua sorella?…
Oh! sul tuo naso c’è una lacrimona;
non pianger, via, ritornerò, sii buona!
La mia bambola vuoi? la lascio a te;
tienla di conto, sai! (Povera me!…)
Or la bimba è grandicella,
le han comprato la cartella
e comincia a far la spola:
scuola e casa, casa e scuola.
Senza andar troppo lontano,
va imparando piano, piano,
con la buona volontà,
mille cose che non sa!

Poesia Gianni Rodari
Raccontami una storia
Le storie dove stanno?

Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno, nel tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.
La storia sta lì dentro
Da tanto tempo e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.
Ma se un principe o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua storia
invano aspetterà.

Poesia di Gianni Rodari
Ad un bambino pittore

Appeso a una parete
ho visto il tuo disegnino:
su un foglio grande grande
c’era un uomo in un angolino.
un uomo piccolo, piccolo,
forse anche
un po’ spaventato
da quel deserto bianco
in cui era capitato,
e se ne stava in disparte
non osando farsi avanti
come un povero nano
nel paese dei giganti.
tu l’avevi colorato
con vera passione:
ricordo il suo magnifico
cappello arancione.
ma la prossima volta,
ti prego di cuore,
disegna un uomo piuù grande, amico pittore.
perche’ quell’uomo sei tu,
tu in persona, ed io voglio
che tu conquisti il mondo:
prendi, intanto
tutto il foglio!
disegna figure
grandi grandi,
forti, senza paura,
sempre pronte a partire
per una bella avventura.

Poesia di Zietta Liù
Il mese del ritorno

Sono spariti i fiori e le farfalle
e per la strada spesso si cammina
sopra il tappeto delle foglie gialle.
Alla scuola ritornano i bambini
con dentro il cuore un po’ di nostalgia.
Il mosto nuovo bolle già nei tini,
e nei campi la terra arata freme
sotto il passo dei bovi.
Il contadino sparge nei solchi lentamente il seme. 

Poesia di Lina Schwarz
 Sottrazione
Ah, quei dolci coi pinoli
pronti lì pel desinare,
come attiran quei figlioli;
oh, soltanto per guardare!…
Ma i pinoli, che malanno
se ne vanno, se ne vanno;
per ciascuno, a farne fede,
resta un buco che si vede.

Poesia di Lina Schwarz
Moltiplicazione
Quell’equipaggio bello di Bocconi
l’hanno ridotto bene gli sciuponi!
Hanno dal cocchio tolto via il cocchiere,
staccato dal cavallo il cavaliere,
e poi se ne rallegran trionfanti:
“Era un balocco solo, ora son tanti!”

Poesia di Lina Schwarz
 Divisione
Dunque: attenti, cari miei,
c’è una mela e siamo in sei.
Mordi, Pia; mordi, Carlino;
ora a voi, ma per benino!
Che boccon da pescecane!
E per gli altri che rimane?…
Piero, ancora un morso a te,
resta il torsolo per me.

Poesia di Lina Schwarz
 Addizione
Prima ero sola e tutto era per me:
la mamma, il babbo, i dolci ed i baloccchi;
poi, dopo un poco, capitò Bebè,
e poi sempre, via via, nuovi marmocchi.
Dei miei diritti antichi han fatto scempio,
e ancor mi tocca dare il “buon esempio”. 


L'intervallo
L'intervallo è, per tutti
i bambini che vanno a 
scuola, il momento più
bello e più atteso della giornata.
Quando la campanella lo
annuncia, spariscono libri
e quaderni e compaiono
sui banchi i cartocci delle merende.
C'è chi sgranocchia le patatine,
chi addenta una
focaccia, chi sbriciola sul
tovagliolo una fetta di torta.
Mi dai un po' delle tue
patatine? lo ti do un pezzo
del mio cioccolato.
I bambini barattano 
volentieri le loro merende!
Si chiacchiera, ci si può
muovere a piacere, 
qualcuno tenta perfino di giocare
a nascondino fra i banchi.
I bambini vorrebbero che
l'intervallo durasse tutta
la mattina!

I fantalunni
di Yak Rivais
C'è una scuola, in via dei Novellie
Al secondo piano della scuola c'è una classe e in
questa classe c'è una sfilza di... fantalunni! 
C'è chi attraversa i muri, chi galleggia sull'acqua,
chi fa passeggiare le statue, chi cancella le persone
con una spugna, chi sa fermare il tempo, chi può
stirarsi come un elastico, chi si scambia dispetti con
la propria immagine nello specchio e via dicendo.
La vecchietta che abita accanto alla scuola, non
perde il suo buonumore:
Calma e sangue freddo! - dice sorridendo. 
I fantalunni portano un po' di vita nel quartiere!
E il suo vicino, che è giornalista, si fa raccontare
.quel che succede e prende appunti.


Inizia la scuola! 
Ursel Scheffler
Scuola! Oggi inizia la scuola! Eccoli, arrivano!
esclamò Inkiostrik e tutta la sua stanchezza sparì
come per magia.
Saltò giù dal suo letto di ragnatele e si arrampicò fino
al davanzale della finestra.
Da lassù osservò, pieno d'entusiasmo, i bambini
che entravano nell'edificio.
Presto! Presto! - gridò Inkiostrik. - Ho sete. 
Una sete mostruosa! Una sete da morire!
Sì, perché Inkiostrik era un mostro che discendeva
I palI' antica famiglia di sangue blu dei «Nauseabondi
Succhiatori d'Inchiostro»: una specie che vive
soprattutto nelle scuole e nei luoghi dove per scrivere
si usa l'inchiostro. Senza inchiostro, questi
mostri sono perduti.
Ne hanno bisogno tanto quanto un vampiro
ha bisogno di sangue.
Durante l'anno scolastico Inkiostrik era sempre
bello grasso e coi pomelli delle guance di un
bell'azzurro intenso.
Ma durante le vacanze se la passava davvero male:
rischiava di disidratarsi.
Davanti ai suoi occhi vitrei c'era la morte!

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