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tarantellamascherine
Breve recita di Carnevale
di Pinin Carpi

La tarantella di Pulcinella


Tarantella tarantella tarantella di Pulcinella.
Pulcinella era povero in canna e viveva in una capanna
senza porta e senza tetto e la paglia era il suo letto.


In quel letto dormivano in otto: cinque figli e la moglie e il suo gatto
e siccome si sentiva un po' stretto
tutte le notti scendeva dal letto;
faceva due passi sulla riva del mare
e con la canna provava a pescare:
ma guardava sempre la luna
e poi diceva: «Son senza fortuna!»
«Senza fortuna e senza cervello,»
diceva la moglie di Pulcinella.
«Sono sfinita, non ce la faccio,
non è un marito, questo è un pagliaccio:
già da tre dì siam senza mangiare
e mio marito si mette a ballare...»

Balla balla Pulcinella con i suoi figli la tarantella.
Solo la moglie è piena di rabbia: sembra una belva dentro la gabbia.
«Se almeno un pesce, non mi porti stanotte,
Pulcinella, ti giuro, domani son botte!»

Giunge la notte, non c'è la luna forse stavolta avrà più fortuna.
Sente uno stratto e in quel momento appare dal mare un pesce d'argento
«Con questo pesce, se non c' è inganno
noi mangeremo per tutto l'anno!»

«Pulcinella, Pulcinella, non mi friggere in padella;
sono un pesce molto serio e se esprimi un desiderio
lo realizzo in tutta fretta con la magica bacchetta.»
«Torna pur nel tuo reame, ho soltanto una gran fame:
non ti chiedo dolci o frutta, ma soltanto pasta asciutta».

Per Santa Lucia, che bella magia!
Nello stesso momento che il pesce d"argento
si rituffa nel mare ecco spuntare
con un'ondata la pastasciutta,
gjà bella e condita e Pulcinella...
si lecca le dita.

Che festa che gioia, che tarantella nella capanna di Pulcinella:
la pancia è piena, la vita è bella,
 i bimbi col gatto cantano in coro:
Viva la pasta col pomodoro!

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