Racconto di Elide Tullio
La formica affannata
Nel Bosco del Regno Dei Giorni D’Unquò
C’era una formichina affannata un bel po’
Portava sulle spalle la metà d’una vespa
Sotto il caldo sole di un’estate avversa.
Per prender un po’ di respiro, si fermò sotto un Pino.
Mentre i suoi pensieri correvano alle cose ancora da fare,
Sentì una cicala cantare:
Aggrappata alla corteccia del Pino, all’ombra di un ramo,
Con il dorso tutto dipinto di rosa, rosso, arancio e marrone,
La Cicala si struggeva cantando del poco tempo a sua disposizione.
Guardandosi intorno, intonava il suo lamento:
Invidiava la Farfalla perché per natura è colorata,
Mentre lei ha bisogno di un artista professionista.
Con l’usignolo ce l’aveva a morte
Perché ogni suo fischio è suono sublime,
Mentre lei, dopo anni di studio e faticose prove
Non intona una nota nemmeno se piove!
Non potendone più di quella lagna immane
La formichina, seppur ancora affannata,
Si caricò la mezza vespa sulla schiena
E corse via di gran lena,
Senza sprecar neppure una parola
Per quella inutile testa vuota.
E.T.