Racconto di Angela Nanetti
Il nonno e il ciliegio
La nonna diceva che era l'uomo più bello del paese e che aveva dovuto sudare sette camicie per accalappiarlo.
Ma forse la nonna esagerava un po', perché gli voleva così bene che si vedeva ancora. lo il nonno non me lo ricordo proprio bello, ma alto e dritto, con i capelli al vento, quelli che aveva, e un filo d'erba sempre in bocca. L'erba dei prati, che
Strappava con due dita e mordicchiava piano piano.
Meglio questa sigaro - diceva... quando la mamma nacque, il nonno andò in paese e tornò con un paio di orecchini d'oro per la nonna e una pianta di ciliegio.
Andò nell'orto, scavò una buca, la riempì di letame caldo e piantò l'albero; poi prese un temperino, lo arroventò e incise a fuoco un nome: FELICITÀ.
La mamma, infatti, si chiama così e questo, secondo il nonno, doveva essere anche il nome del ciiegio.
Ma la nonna gli fece notare se era un nome poco adatto a un ciliegio; allora il nonno decise che lo avrebbe chiamato Felice, e così è stato.
Felice allora aveva tre anni, e in primavera, quando la mamma aveva sette mesi e quattro denti, mise anche lui quattro fiori..
Da quel momento la mamma e il ciliegio sono cresciuti msieme e con il nonno e la nonna hanno formato una famiglia.
Bastava guardare l'album delle fotografie per capirlo.