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Bertoldo e il re
di Giulio Cesare Croce

Il disprezzo verso la donna traspare dal famoso romanzo popolare «Bertoldo e Bertoldino», che ha avuto tanta fortuna dalla fine del secolo XVI in cui fu scritto, ai giorni nostri. AI tempo in cui Alboino, re dei Longobardi, dominava sulle regioni settentrionali d'Italia, capitò alla sua corte un contadino che, col suo linguaggio ricco di battute spiritose e polemiche, riuscì ad attirare le simpatie del re. Ecco che cosa egli
pensava delle donne e come trascinò il re. a condividere il suo giudizio.

Bertoldo: Tu credi dunque alle lagrime delle donne?
Re: Perché non vuoi tu ch'io gli creda?
Bertoldo: Or non sai tu che il suo pianto è un inganno? e che ogni cosa ch'esse fanno, o dicono, è l'istesso, però ch'esse piangono con gli occhi e ridono con il cuore; ti sospirano dinanzi, poi ti burlano di dietro; però il versare delle lagrime loro, lo sbattersi, la mutazione della faccia, tutte sono fraudil, inganni e tradimenti, che gli scorrono per la mente per adempiere i loro ingordi e insaziabili desiderii.
Per convincere il re, Bertoldo diffonde tra le donne una falsa notizia: il re stesso ha emanato un editto che impone ad ogni uomo di sposare e di portarsi in casa sette donne.
Una folla di femmine infuriate si precipita davanti al palazzo reale, urlando.

Done: Noi ti torniamo a dire che tu hai fatto un grande errore a ordinare per legge che ogni uomo pigli sette donne per moglie, e che tu dovresti attendere ai negozi tuoi e del tuo regno, e non t'impicciare in quello che a te non s'appartiene. Hai tu inteso, adesso?
Ma ben si vede che non hai punto di cervello e che sei pazzo affatto.
Re: Ah, sesso ingrato e discortese, quando feci io tale legge?
Levatevi or dalla presenza mia, e andate alla malora, seme) ribaldo e importuno, che adesso io conosco chiaramente che donna non vuoI dinotare altro che danno, e femmina semina zizanie e discordie, che dalla casa ov'ella si parte si tira dietro ciò che può col rastello, e dove ella vi entra vi porta la fiamma e il fuoco; ella è una fontana d'inganni e di tradimenti,  un baratro infernale, nel quale si sentono di continuo i pianti e lamenti de' miseri mariti; elle sono la ruina de' padri, tormento delle madri, flagello de' fratelli, vergogna de' parenti, consumament delle case, e insomma elle sono pena e  afflizione di tutto il genere umano.
Andate via tutte nella mala perdizione, e non mi tornate mai più innanzi, spiriti infernali e bestie malvagie, che voi siete.
O che fracasso, o che rovina hanno fatto
queste pazze scatenate, per niente!
Ma s'io posso sapere chi sia stato l'autore di questa novità, io son risoluto a riconoscerlo secondo ch'egli  merita. Ecco che pur sono andate via queste insolenti, che po-
co vi è mancato, ch'esse non mi abbiano cavato gli occhi con le dita.

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