Dialetto un vera lingua: Italia con più dialetti
Dialetto, una vera lingua. Tra le nazioni europee l'Italia è il paese più diviso: è il paese che ha più dialetti. Questo frazionamento linguistico è in gran parte dovuto al frazionamento politico e alle barriere che hanno diviso il nostro paese dalla caduta dell'impero romano nel V sec. d. C. al 1861, anno dell'inizio della storia dell'Italia moderna.
Di qui l'intricata selva dei dialetti e il persistere delle parlate locali.
Nel censimento del 1861, il 78% della popolazione del nuovo regno risultò analfabeta, e quindi incapace di servirsi dell'uso scritto dell'italiano, e anche fra quelli non analfabeti, moltissimi parlavano in dialetto.
Quando l'Italia si unificò, la stragrande maggioranza dei cittadini non parlava la lingua nazionale.
Lo stesso re Vittorio Emanuele II parlava male l'italiano.
Per lui l'italiano era una lingua straniera; le sue lingue erano il francese e il piemontese.
Alla corte delre delle Due Sicilie si parlava soprattutto in spagnolo e in italiano ma alcuni documenti ufficiali venivano redatti addirittura in napoletano puro.
Nel 1861 analfabeti dialettofoni 78%, parlavano un pò in italiano e un pò in dialetto 22%.
Nel 1951analfabeti dialettofoni 12%, parlavano un pò in italiano e un pò in dialetto70%, parlavano solo in italiano18%.
Ma come sono nati questi dialetti?
Nell'Italia romana non parlavano tutti la stessa lingua, il latino? Verso il 500 a. C. la nostra penisola era abitata da molti popoli di diversa origine.
Erano di origine mediterranea i reti i liguri, i piceni, gli etruschi, i sardi, i sicani; di origine indoeuropea i celti, i veneti, gli osco-umbri, i latini, gli ausoni, gli enotri, i siculi, i messapi, gli jàpigi e i greci, di origine semita i punici della Sicilia orientale e della Sardegna meridionale.
L'area del latino era molto ristretta: a 50 Km a nord di Roma si parlava il falisco, a 40 Km a sud- est il prenestino. Unificando l'Italia politicamente, Roma unificò la penisola anche linguisticamente.
La lingua di Roma, nata dalla fusione di elementi rustici e cittadini, indigeni e stranieri, diventò la prima lingua d'Italia.
Il latino parlato non era però uguale in tutta la penisola: nelle varie aree si sentiva il colorito delle precedenti parlate.
Quando Roma cadde, nel 476 d. C. oltre all'asse politico si spezzò anche quello linguistico e riaffiorarono coloriture ed elementi linguistici preesistenti.
Di qui la nuova frantumazione, linguistica e la nascita poi delle lingue neolatine, di cui fanno parte anche i dialetti italiani.
Il dialetto è una parlata regionale o una parlata locale di minoranza, all'interno di una nazione in cui domina la lingua ufficiale.
Il dialetto non è però, come molti credono una sottolingua, una derivazione o una corruzione della lingua nazionale ma è una lingua autonoma, imparentata con quella ufficiale da un'origine comune.
Lingua nazionale e dialetto sono due lingue diverse che hanno avuto fortuna diversa.
Il dialetto fiorentino ha avuto più fortuna degli altri dialetti ed è diventato la base della lingua nazionale.