Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Tu fuggito da te stesso
Tu fuggito da te stesso, cuore,
deposto il desiderio di solitudine,
pure succhiavi aria e luce da un cielo
di disamore che ti offriva scure ore
di sapore amaro. Nulla accendeva
il tuo ardore di un tempo.
Quale pensiero ignoto ti solcava
nel profondo fino al lamento
di una mancanza che ti lasciava
senza respiro? Ti consumavi
in doppiezza di vita e rimpiangevi
la primitiva prigionia. Evaso, provavi
quella felicità sempre sognata,
acquartierata in ogni angolo dell'esistenza,
felicità vigilante, acquattata, pronta
a scattare per infliggerti grevemente
le pene del quotidiano fare.
E, tuttavia, ti seduceva l'estate, maturata
nel profumo voluttuoso del gelsomino
d'Arabia che nell'aria altercava
col fumo degli arrosti dei picnic.