Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Platone
Perla splendente come sole
la verità della mitica caverna,
le altre sono appena isole
nell'immenso oceano.
Il labirinto dei giorni che corre
con le infinite pene sguinzagliate
tra le pieghe che nascondono
vaganti e sparsi sogni vischiosi
che da sempre adescano l'uomo,
il lento e ozioso incanto del planare
dei gabbiani che al vento rubano la forza,
le lacrime che il cielo d'inverno
al fioco raggio della luna
versa sui vetri della finestra,
il giallo limone che solitario occhieggia
alto sul muro della dimora amata:
tutto è cieca natura.
Gli occhi il cuore la carne
viva e dolente sono parte
di un mondo sensibile nuotante
simile a fragile barca
nel mare o a uccello nell'aria.
Vertiginose apparenze,
realtà delle sostanze intellegibili!
Come posso respingere nella gora
il mio tempo malamente accartocciato?
Lasciami pure l'impronta sensibile
dell'essenza, strappo azzurro
che posso fiutare per agghindare
al meglio la mia memoria.