Poesia di Vincenzo Fiaschitello
L'aria d'autunno
Mi piace respirare l'aria d'autunno,
forse perché d'autunno sono nato.
Tra i campi e le vigne deserte d'uva
mi avvolge un odore rossastro
che colora aria cielo e cose.
E' l'odore che risveglia i sensi
e rovescia il tempo presente.
Remote voci remoti canti di chi
non c'è più! Non so se pianti e croci
ancora convivono su quell'asse
di legno lungo la rustica casa
o a lato della chiesa di S.Matteo
che rubava la fantasia delle mie certezze.
Chi verrà, quando più non saremo,
saprà forse qualcosa dei nostri cuori,
dei nostri tormenti, dei nostri meschini
affari di quotidiana vita?
Ma basta che il cielo annotti,
che la cima dei cipressi oscilli ai venti,
che si posi il canto dell'usignolo,
perché tutto diventi fumo e pena e vuoto
come sempre compiuto in falsa gioia
dell'avvenire, mascherato di verità.
E verrà anche per loro l'ora
di domandare alle stelle se altri,
non ancora nati, sapranno del duro
cammino della loro vita!