Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Esodo dalla terra natia
Rammento ancora il giorno
della partenza quando tu, padre,
con la valigia sulle spalle carica
dei sogni miei, nella mattutina
luce mi precedevi con giovanile
passo e io, dietro, masticavo
la tua ombra fino alla stazione, dove
il treno che portava al continente
mozzava radici e spegneva stelle.
"Non tornare più-mi dicevi-
qui la terra è arsa, le case povere
e macchiate di odi e di paure.
Semmai saremo noi a cercarti!"
Erano parole dal sapore amaro,
che giungevano al cuore disidratato
di gioia. Anch'io partivo come
le ultime rondini, altri avevano
lasciato da tempo quei luoghi
e quegli affetti.
Di tanti nomi non restarono
che le ossa; le chiusi anch'esse
nella valigia di cartone,
ma uno intatto nella mente
si fissò: fu quello che per sempre
allappò la mia bocca, a ricordarmi
la nostalgia della mia terra.