Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Amministrare la città
Città imbrattata imbruttita infangata
spaurita. Fanno trasalire gli annunci
di allerta!
Dicono che non hanno retto gli argini
alla furia del torrente impazzito.
Ma gli argini rotti erano malfatti,
corrotti orizzonti di poteri entro sfere
di gigantesco egoismo, immane irriducibile.
Vite spezzate, lavoro fiaccato,disastro.
Fatalità, dicono. Ping pong di responsabilità.
Vi preghiamo, sacre istituzioni, non mandateci
più inondazioni; vi preghiamo uomini
che avete accettato nel nome dello stato
incarichi di prestigio, di difesa della città,
non lasciateci trascinare dal fango!
Se qualcuno di voi ha percepito un premio,
anche modesto, lo dia indietro perché
non ha ben operato. E se qualcuno
per corruzione è stato spinto a male operare,
ritrovi dignità e si impegni a rimediare.
Amico, quando il sole splende sulle
nostre fragili colline non fermarti
a bere l'aperitivo al bar della piazzetta
a goderti la mazzetta per quel che hai omesso
o d'illegale concesso dopo interminabili
inutili assemblee e promesse.
I bisbigli e le accattivanti parole dei furbi
hanno vellicato e corroso la tua anima:
raggiri immorali, dispersione di energie,
baratri di morte, divergenze fatali,
affondi e stoccate a progetti onesti ed efficaci.
Ora che i tuoi occhi sono gonfi di denari da turpi
affari non puoi certo cavartela col dire la fatidica
formula scaramantica :- Ho fiducia nella magistratura!-
Si dà il caso che anche noi abbiamo fiducia
nella giustizia...divina!