Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Io che ero il sogno di mio padre
Lontani ricordi di nomi, di volti,
di monti e di borghi, che popolate
il vuoto del mio cuore, come fiori
di glicine dai colori accesi pendenti
da muri cadenti, coprite le crepe
di una carne dolente che alla vita
si disfa inesorabilmente.
Svanisco nella foschia di biacca,
io che ero il sogno di mio padre
legato a quello di suo padre,
che conobbi bambino un lontano
mattino d'autunno sul portone
di Palazzo Landolina!