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Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Felice giovinezza

Nell'età più candida

della felice giovinezza,

scrivevo sull'amore che,

assente, mi toglieva

il respiro, di notte il cielo era

senza stelle, la primavera

senza fiori né odori, la luce

del sole correva a rovescio

seminando ombre e buio.

Scrivevo sull'amore che, 

presente, chiudeva il cerchio

rimasto aperto, colmava

il vuoto cavernoso del cuore,

slacciava  nodi, bruciava inganni.

Poi quando la vita lasciò

cadere la maschera, scoprii,

presente o assente, l'amore

simile a goccia di mercurio

che più cerchi d'afferrare

e più ti sfugge. C'era ilarità

allora? Ne è rimasta ancora?

Domande solite, perciò inutili.

Forse vili.

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