Poesia di Vincenzo Fiaschitello
Dunque, fanciulla, non fermarti
Quando la finirai di voltarti
ai miei richiami, fanciulla,
che al vento spandi la tua giovanile
bellezza? Non ti accorgi ancora
di quali e quanti segni di vecchiezza
è straziato il mio corpo?
Dolce poesia, ora è tempo di staccarti
dal vecchio rugoso tronco e trovare
altro innamorato, senza profonde
rughe come sentieri, con la mente
ricca di pensieri, aperti alla lucente
alba della vita.
Dunque, fanciulla, non fermarti
vai per altre vie, sorridente,
con i capelli sciolti, con un fiore
in petto, come dorata primavera.
Se tu torni dall'oblio di giorni lunghi,
infiniti, nelle cui ore scorrevano pene
e amore come fiumi senz'argini,
sappi che la mia anima non si inumidisce
più e non rinasce come il fiore
che al mattino la rugiada bagna.