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Poesia di Ugo Mastrogiovanni
Mia Madre


Il resto della chioma che,
castana un giorno,
le fu corona al volto pien di giovinezza,
oggi, lieve e d'argento, carezza la sua fronte stanca.
Bianca, delicata fronte,
che pensasti tanto
in su degli occhi tremuli e infossati,
oggi ancora non ti stanchi.
Cari, casti, venerati occhi,
qual lucerne brillate a dar la luce al viso:
un viso di venerande rughe
ch'al riso mai vidi donato,
e bimbo fui io pure.
La rattristante, irremovibil tua lunga amarezza
quanti baci strappò alle mie labbra,
e quante volte,
perchè ti son di noia,
li rituffai nel core.
Oh madre,
il viver tuo qual pena al petto mio riserva!
Grande croce inchiodò destino agli anni tuoi.
Nel volto tuo
il supremo scultor
di Cristo vide la dolente Madre e il duol del mondo.
Sorridi oh mamma,
dato non fu di rattristarti sempre;
se cerchi nessun ti vende gioia, sarà troppo costosa a noi,
me se tu cerchi, ma se tu scruti in te,
ne troverai un poco: un poco sempre c'è.

(1961)

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