Col gomito poggiato a un tavolo di briciole,
il pugno della mano al volto ubriaco
e il vestito logoro sembri quasi un ritratto.
Immoto, penso e ripenso,
e sono sempre dove sono,
e penso che penso e ripenso e nulla cambia
e così sempre sulla panca.
Guardo una pietra che è lì ferma,
d’anni come me,
il mare è com’è, il cielo è com’è, una donna è com’è,
io affacciato a un mondo sono l’Amleto
inetto del mio tempo.
Così stranito ammicco tra me un sorriso
cammino solo e penso e ripenso
che pensare è un pericolo.