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Poesia di Salvatore Quasimodo
Di notte sull'Acropoli

Una notte ad Atene nel mare bianco
dell' Acropoli la civetta disse Atena.
Non fu richiamo maligno, la luna
troppo bianca, il granito dura schiuma;
e l'ulivo vicino l'Eretteo
segnava obliqui triangoli ondulati,
scarabei in moto. Suonò la civetta
sul mare, fresca, felice. Agitavano
le colonne bestie di sangue bianco
dentro il fusto. Uccello raccolto
la civetta e rotea meditazioni,
un' ellisse melodica col becco 
fuso e perfetto. La guida diceva 
dalla sua onda di luna 
che nel centro del Partenone 
lo scoppio d'una polveriera turca 
guastò l'armonia dei volumi, 
diceva il crollo di PalI ade Atena, 
l'avvento di Maria 
Vergine madre, figlia del suo figlio, 
sul corno di legno della civetta gialla.

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