Poesia di Salvo Padrenostro
Saturnali del caldo
Che so io dove
il marcio finisce
del fogliame
quando si sgretola
dove la falce punisce;
il cemento,
come si screpola!
Non è vero che l'erba
soverchia: basta far piovere!
Le formiche
da fessure sgusciano, ferite
minime, grandi rosse
nere piccole; territori
interi colonnizzano, le pere
contendono alle api...
Sgocciola acqua dal serbatoio,
il galleggiante non tiene.
Proviene un trillo d'uccello
da un albero d'ulivo, ignoto;
e un grillo, romito, s'associa
al rumore, convinto che sia
il suo un canto vivace.
Sul gelso gigante s'intrappola
veloce nuvola, che va
svanendo.
Fa spavento il cielo adesso;
e figurarsi se
la cicala si tace.