Poesia di Salvo Padrenostro
Bellerofonte ucciso dalla chimera
Volo, precipito.
Quando la coda
scorgo serpeggiare
tra l'erbe roventi, è
un invito che non posso
rifiutare.
Volo sui campi di sterminio
di giornate sempre uguali
e di notti crollate; incendi
divampano, fuochi ovunque,
che scaturiscono dalla bocca
tua ruggente, tua
raggelante lingue.Abile t'ha fatta la Natura,
e crudele: m'aggrappo io,
per non cadere dalla cavalcatura,
alle nuvole in disordine
o alla coda di una rondine.Volo,
precipito,
cado (e decedo...)
Sono io
veloce dardo,
incendio,
divampo (e rovino...)Volerti prendere fu abbaglio.
Stanco destriero mi molla,
mi lascia precipitare sulla folla
allibita e incredula delle lumache.
Minaccia pioggia...
Raccogli Tu le spoglie ubriache,
dilavale, prima che arrivi piede
caprino a calpestarle
(e a dilaniarle...)Sei feroce e agile, senza me:
"scrivo già poesie su di te..."