Login

Pin It

Poesia di Salvator Vincenzo Rosati 
'57

Arrivai abbacinato in un sole africano

oltre quel cancello

madre:

parola semplice eterna parola;

mammai oh mà col riverbero appena del tuo volto

Il custode mi guardò con tutta la filosofia che si può avere

a frugare fra registri con migliaia di storie mai narrate

racchiuse tra due date in quella linea di confine

E’ stato un palpito il tuo nome

ordinato in cento epigrafi di carta

di vento di neve di pioggia;

di troppe stagioni dagli amari profumi:

nel parco dei dimenticati striscia la biscia fra l’erbaccia

e dov’era la tua croce un’altra ingiallisce con lo stesso destino

Così tua madre

························· oh madre

tua figlia i tuoi fratelli e tutti i parenti o madre

hanno avuto ragioni diverse per obliarti per sempre

in una fossa comune

Così anch’io tuo figlio o madre

me ne andai via con un lascia che tutto sia

in quella canicola senza misericordia;

con negli occhi frammenti d’azzurro

e alle spalle il peso di un nero mantello che non so

se riuscirò più a levare

Pin It

Commenti