Fiaba Corsica
Il pastore ingrato
In un lontano paese viveva un pastore ricchissimo che aveva nel suo ovile tante pecore quanti sono i grani di sabbia in riva al mare.
Ma l'uomo era tormentato dal terrore di perdere quel gregge smisurato e perciò, per tutta la cattiva stagione, pregava i Mesi dell'Inverno che fossero benigni con le sue pecore.
Udivano i Mesi la sua preghiera e la esaudivano. Anzi, una volta a farlo ancora più tranquillo, Marzo non mandò né una goccia di pioggia né un sospiro di vento perché il gregge non sofIrisse, brucando in pace sui prati che cominciavano a fiorire.
Ma, giunto che fu Marzo al suo ultimo giorno, quel pastore che non aveva più nulla da temere, incominciò a burlarlo:
Marzo, Marzaccio, che porti le malattie e sei il terrore delle greggi! Eccoti finito anche quest'anno: io non ti temo più! Domani è Aprile, che male puoi farmi?
Il buon mese di Marzo sentì dolore a quegli insulti e, pensando che l'ingratitudine di quel cattivo pastore fosse davvero troppa, andò a trovare suo fratello Aprile.
Fratello caro - gli disse. - Prestami tre giorni dei tuoi. Voglio castigare un pastore; voglio che si ricordi che l'ingratitudine è il peggiore dei difetti.
Aprile, che amava il fratello, gli dette volentieri i primi tre giorni del suo tempo.
Marzo corse per il mondo: raccolse venti, malanni, tempeste e le riversò sul gregge.
Passò un giorno e non si udirono più che cento pecore belare.
Passò un altro giorno e non si udì che una pecora belare..
Passò un altro giorno e non si udì neanche quella.