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 Poesia di Mario Luzi
Oscillano le fronde

Oscillano le fronde, il cielo invoca
la luna. Un desiderio vivo spira
dall'ombra costellata, l'aria giuoca
sul prato. Quale presenza s'aggira?

Un respiro sensibile fra gli alberi
è passato, una vaga essenza esplosa
volge intorno ai capelli carezzevole,
nel portico una musa riposa.

Ah questa oscura gioia t'è dovuta,
il segreto ti fa più viva, il vento
desto bel rovo sei, sei tu venuta
sull'erba in questo lucido fermento.

Hai varcato la siepe d'avvenire,
sei penetrata qui dove la lucciola
vola rapida a accendersi e sparire,
sfiora i bersò e lascia intatta la tenebra.

da Quaderno gotico, in Tutte le Poesie

Questa poesia fa parte del primo periodo della produzione poetica di Mario Luzi, come si può notare dal linguaggio ricco di metafore e analogie. E' una poesia d'amore, ma la donna cantata è solo una misteriosa «presenza», evocata attraverso immagini che alludono a una felicità appassionatamente attesa, non solo dal poeta, ma da tutta la natura.

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