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Poeti Emergenti -
Poesia di Marcello Chinca -

Marina di Carrara -


Grovigli di caprifoglio stinti

sui terrapieni della ferrovia,

un mondo silenziato di notte,

ma è sete implacata, deforme,

cardata dal desiderio esausto

mai esaudibile, dintorni lascivi

di casette a schiera, strade

colme di cartacce,·frantumi

di vetri, rattorci di plastiche,

ronde di cani trottanti al buio,

affrori di mirra e discariche.

Fischiò una litania sommessa

che prese la forma dell'inno

sovietico, via via amplificato,

senza sbavature, riadattando

al ritmo marziale il suo passo.

Ad una fontanella si chinò

per bere l'acqua a perdifiato.

Dietro una rimessa pisciò,

si riabbottonò, un'usignolo

fraseggiava nell'aurora

da qualche parte del giardino

tra palmeti, pini ed aceri.

Attraversò il lungomare

nei pressi del porto scovò

un bar intonacato di bianco,

vi ordinò un caffè e latte,

si diresse al tavolo di marmo.

S'arrotolò una sigaretta,

l'accese, lo sguardo rivolto

al pescatore sullo sperone

di roccia, prono a preparare

la sua lenza. Gabbiani ritti

di profilo nel bagnasciuga,

l'Aurora viola ed acciaio fuso

sul mare liscio ed allune.

Un gatto maschio fulvo

lo esaminava sotto il tavolo.

'Ci conosciamo?' gli disse.

Lui gli miagolò sbadigliando.

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