Poeti Emergenti -
Poesia di Marcello Chinca -
Eremita mai veniale -
Ancora è estenuato, capita spesso,
un Karma maligno non lo foraggia
certo, come tacere questo scempio?
Perchè è scandalo pure assodato,
sventura, ombra che è una corda
al collo, giammai che sia rimpianto.
Si è negato compassione e martirio,
s'irrretisce al solo blandirlo meticcio
che lo vedrebbe prono e assoldato.
Comune logomachia, tutti uguali,
tutti sconfitti. Ai martiri, all'agonie
predilige una vita che suoni virile.
Disquisire in falsi drammi, lamenti
come da intonsi vegetali, almeno
lui s'è messo in gioco, rischia tutto.
Nutre un fuoco che mai s'è spento,
dove rifugge i piagnoni languorosi
che si dondolano mesti alle loro ali,
dicendoti uguali a loro, rei tutti,
ossari contorti cui il cane d'istinto
abbaia con rantoli pur sacrosanti.
Eremita mai veniale, mai contrito
alle geremiadi dell'indegni, giorni
a dire 'come siamo noi sfortunati'
Almeno nella disperazione severa
mai l'ha tradita la strada, né mai
si piange addosso come le comari.
Povero sì, ma milionario di sprezzo
per pataccari esacerbati in posture
d'inermi cui ripete da tempo: cazzo!
'Statemi almeno fuori dai coglioni!'
Mestatori di perfidia, che è invidia
sprezzare per cui siamo tutti uguali!