Belli i racconti di Ivana La Grasta
Il mio palcoscenico
Vorrei essere ogni cosa per te
vorrei essere ovunque con te …
imparerei a ballare danze tipiche sarde camminerei fra gigli bianchi e spiagge piccole irte fra anfratti di roccia spinosa e salata .
Roccia pungente
Vagherei tra vicoli bianchi di paesi mediterranei e con te annuserei il bucato appena steso
Bucato fresco alle finestre
E mi accuccerei accanto ad una dolce vecchietta che mi ricorda tanto mia nonna mi insegnerebbe a filare il tombolo
Saliremmo in una casa bianca grande e antica
E mi vestirei solo dei tuoi occhi
Comprerei un maggiolone smesso e coglierei tra le vigne di Trento ogni piccolo particolare di glicini e gelsomini d’aprile
Mi fermerei a sedere su una panchina a guardare dove finisce il cielo e dove comincia la terra e specchi d’acqua ci confonderebbero
Vorrei camminare per ore tra campi di girasole in silenzio
Silenzio toscano
Poi stanchi e accaldati ci addormenteremmo e io annuserei fra i tuoi capelli un odore selvatico e dolciastro
E imparerei il greco solo per conoscere la storia di cantorini e Creta dalla voce di vecchietti nelle piazze
E ballerei al suono di un sirtaki troppo usato
E dopo la mia danza per te
Diventerebbe inutilizzabile
Per me e per te suonerebbe l'ultimo canto profondo caldo e antico
Sarò sempre diversa sarò sempre uguale per te
Perché sei il mio teatro e il mio pubblico
Mi vedi in 1000 modi e non fingo mai
Ogni scena è vissuta su di te che sei ...
Tavole di legno consunto sotto i miei piedi
Mi rinnovo ad ogni tuo applauso è una commedia infinita
Un evolversi di attori e scenografie
Ma le mie tavole rimarranno sempre sotto i miei piedi.