Poesia di Iole Troccoli
Acquamarina (per sempre)
Allora lasciatemi qui, sulla soglia del mare.
Lasciatemi, che tanto ho le spalle a muso di nave
stelle fisse negli occhi
una corda che gira intorno ai fianchi
mal di luna e il mio freddo perenne
a guarnire le ossa.
Abbandonatemi
non ho paura di una catena di sale
e gli sviluppi notturni non sono parole
l'amore arranca o ha una falla
esce una scoria di sole
brucia la carne, mi rivolta
e io spurgo, come un mollusco invecchiato.
Trovate il fondo, quello nascosto tra le mia dita e la voce
fatene ciò che volete
non mi spavento
io non nascondo il dolore
sirene urlano intere sopra boccagli di schiuma
hanno serpenti e capelli macchiati
come un'ingiuria o un veleno.
Tracciatemi, sono una nautica
carta strappata, il blu d'inchiostro conosce l'acqua perduta
il soliloquio che voi, non potete capire.
Sono la dea della notte, io ballo sola
dentro un tramonto di rocce, io ballo
annego e taglio le onde con le mie nere manine
io taglio, sgomento l'angolo zitto sotto la spuma che chioccia
io ballo sola, l'ho detto, naufraga muto la punta
della mia coda d'oriente
getto il bagaglio, la pietra, la mia zavorra incrostata
dove sorridono guizzi d'argento
e una canzone, la sola che mi è possibile
urtare su questa lastra di verde:
Neniaparola/Acquamarina, per sempre.
23 novembre 2011