Poesia di Gian Luigi Bonardi
Murisengo
Dal castello diroccato
sulla cima del Borgo,
oltre la chiesa parrocchiale,
lo sguardo si espande
tuffandosi su campi argillosi
tra l’ombre parallele
di nuovi tralci,
ed oltre si acquieta,
sulla cava di gesso,
ove la vecchierella leggendaria
tentò l’ultimo volo incosciente
di rondine libera.
Per altra strada,
in discesa tortuosa e stretta,
l’accoglienza festosa del borgo,
le bancarelle in fila,
i negozi illuminati,
i racconti preziosi
d’una vecchia diligenza;
e nelle piazze,
camper allineati
in attesa del domani.
A sera inoltrata
nella chiesa parrocchiale
sulla cima del Borgo,
sotto il castello diroccato,
coro di benvenuto,
con l’incanto musicale
d’un assolo argentino.
La melodia d’amore
scioglie il freddo incombente,
e la luna superba
filtra spicchi di luce
fra le curve ristrette
del vicolo che scende
tra le case assonnate
a Murisengo.