Racconto di Gabriele -
La ballata parkinsoniana -
La tristezza elimina l'inutile ragione che si antepone pazzo di follia allo schieramento nel corpo dei dolori che già sono in adunata per lavorarmi pian pianino. E' un genio alpino in militare compagnia senza fretta che mi accompagna alla sveglia delle tre.... con i primi strilli alla levodopa s'inizia il consumo interiore della giornata... mia. Dio! dove sei? loro già sono qui e montano la disgraziata serenata in me parkinsoniana in unica sinfonia drammatica gonfiano in sottopelle la schiuma della rabbia monta, giunge all'orlo è nel corpo stracolmo d'ira, l'odio in delirio dalla bocca scarica a raffica parole invettive alla morte tenori sensazioni che nell' assalire goccia su gocce pare non riempirsi mai. Non ti muovi vuoi ma non puoi sei surgelato ai guai. Lo stato nervoso nel subbuglio è in attenzione riceve gli ordini del dolore da l'imput al corpo che pazzo burattino scappa inizia la messinscena teatrale nella stanza qua e la senza sapere dove per cosa fare alienato dal trovare la posizione strana per resistere al dolore sopraffino che dentro trita e ritrita a suo piacere. E' una meravigliosa tenzone in prospettiva dell'attimo di quiete è il momento che senti respirare la vita perchè la tua anima è in apprensione per il corpo ma felice sopravvivi agli eventi cattivi perchè ami , ti piace troppo la vita! ... ed è per questo nel male con l'intenso piacere di gradire si guarisce .... e la vita continua... Non esiste diavolo che tenga si ricomincia con i malori interiori anteriori il logorio dell'amico che filtra senza logica nel mio essere eeh il mio pensiero pure filtra con interesse interiormente per disporre con senno qualche soluzione di verità visto che tutti mangiano miscredenti con fame senza saziarsi mai coloro che nel vedermi infermo mi studianocon il volto di chi è senza sapere. Studio anche io me stesso per un quando se riuscirò a guarire trovando a caso l'antidoto del mio male per vivere gli ultimi eventi di storia