Poesia di Gabriele
Prima adesso eeh dopo
Prima, adesso eeh dopo che ci faccio con la vita mia?
Molta acqua come scorre terge e leviga il volto mio di
pietra bianca, friabile, umana sono sotto il ponte.
Eeh quì io aspetterò a te stolta che butti sguardi
con attenzione per studiare i miei patèmi di dolore.
Strillar si deve < cenere siamo e cenere ritorneremo>
con l'incedere del tempo nella paziente speranza di
passare a miglior vita, al tizio che è in me di non perdersi
d'animo parkinsoniano male di stare bene in vista per
continuare a vivere intanto ch'io adesso mi frego nel morire.
Nel darmi in prova al destino fiero sto lungo in una bara di
cartone argentina ci si stende ultimo modello come vuole la
morte e, rinchiuso nel forno per gioco rimango cremato perchè
credevo nella fede del creato.
Mi dicevi mai nel male! Vero?
Con sentimento doppio invece: S'ignora il bel sacramento.
Eeh m'hai scremato come l'altra puttana abbandonandomi
in un mare di guai a crogiolare a fuoco lento da prima come
adesso povero io son il tuo disabile da spolpare insieme
antennato io soprammobile come altri antenati nel tempo
antico davanti al televisore, si consuma l'essere eroso cristiano
spolverato dal destino si chiacchiera in silenzio ognuno a casa sua
aspettando di passare all'altro mondo, per fare smaltimento rifiuti.
Giampiero dove sei! Son qui scemo a celebrarmi scrivendo gufate
poesie garantite a te grato ti gratifico e intanto m'allungo la scia
con lo schifo della vita mia ooh Signore, non più miracoli?
Perdo la testa, viaggio nell'aria al primo grido interiore
vado in tilt cado tosto e in terra duro di rabbia m'incalzo
di nuovo odio e con il cesso del mio corpo con i dolori
nel meditare sono di nuovo in salvo nel mio sogno che
va a puttane con il desiderio, in pensiero si chiude una vita.