Poesia di Gabriele
La pianta della felicità
Piantala! Della felicità la pianta non è mia..
come, non è stata mai estate nella vita mia.
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Non sono del sorriso il fiore della pianta della felicità
nascosta dai bellissimi petali che vedi fleshiati nel sogno
i germogli sono di rara gayezza che perdono il vivo successo
in incolori accadimenti d'ambienti grigi d'iniziativa.
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D'ove il perdono è solitudine, solo schizzi di luce son
le idee lampi connessi al psichedelico dolore : Bava!
Parkinson, strilla! .. a sprazzi come l'assassino cianura
a gocce castrando sulla carne stillata già con le ferite..
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Non esitare!
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Sulla vita appesa al quadro da tempo senza olio,
è priva di paesaggi brulli senza coda è senza sale
nell'acqua una soluzione di escrementi di rabbia
evidente mia blasferma parkinsoniana...
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Senza peccato ooh Dio poni
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sul corpo mio esausto un componimento di fede.
Un pò di preghiera per il sacramento dell'estrema unzione
in un corpo blaferospasmo che l'anima chiede di chiudere in chiesa.
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Il prete chiude le sbattute palpebre ch' assiste alla fine
in quel corpo la chiusa fine della vita .... emivita l'anima guarda
ormai l'esanime sua metà muta di gesti, tumulata in terra vergine
di sogni coperto dal convegno dei ricordi mai realizzati .
Così pianti nel dolore vero? Anima mia! Torni in cielo.
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Lassù piangendo lacrime, malinconica rugiada
per i bellissimi pensieri rimasti giovani d'amore
convissuti ad adescare le ombre dei sorrisi fottuti
di malattia della nostra pianta della felicità.