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Poeti Emergenti
Poesia di Gabriele -
Cinica -


Con l'andare il giorno s'adagia lento,  passa,   corre,  sfugge
sgomento alla sera nera  resta la tristezza  della vita con l'amaro in bocca
nel  spendere  parole per raccontare, dell'oltraggio subito, costretto
mendicante a subire  l'inutile esistenza.
Della dignità  la destrezza con la purezza  era la mia  fortuna, 
l'hai presa!
Con veemenza  rubata,  l'hai reso poi a me  un fardello
per arredare il  tuo.... Un  castello.
Sei brava,   stupri con la tua sensibilità
stupita?..  condita!   con la stupida  femminilità  tua
hai crivellato la fortuna di un padre per  i tuoi cimici  progetti
rubando gli ori dei debitori con i debiti, crediti il giro
dei tuoi cantori di carta straccia accreditati dalle tue incertezze.
Cinica!... morta di fame...
Se devi accreditare ancora , sbrana le tue fauci sulla carne
falcia  i miei dolori dissesta  gli strilli.
Si! poi a fatica avrai la mia fortuna...tu,   figlia
restituisci l'immagine rubata dalla vita di un padre.
Anche se convulsa da te rovinata  consumata inutilmente
riponila  sul mio volto,  salto di gioia!   io,   per il maltolto con ignomia.
Adesso è da restituire al padre per far  tacere l'ira di Dio
costretto  và a morte con il legno obliquo

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