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Poeti Emergenti -
Poesia di Gabriele -

Analfabeta della disabilità


Ooh Dio perchè devo vivere solo per aspettare, una
volta capito ahime mi ritrovo steso barato dalla vita.
Eeh dimmelo com'è questo morire... dimmi della morte!
che a nessuno frega  ma, tutti la temono come esseri umani.
Oggi non ci stò vediamo per domani se mi ritrovo
un po' in testa la mente ancora nel cervello,è un lamento!
Chi mi cerca, mi chiami Per favore! Dal cielo una luce
occorre alla mia ombra terrestre per ritrovare la via smarrita.
Da molto danza nella disabile follia quel bisogno di libertà
d'un corpo giovane pieno di felicità repressa acetata  in
perdita al gioco per una vincita si ha la vita rovinata con
l'anima da altri sbandata compulsiva d'eventi parkinsoniani,
più non si fidano di me neanche per portarmi a spasso.
Anche se per far pipì e nell'andar di corpo autosufficente
sono al cesso per loro non sono una persona da aiutare
bensì una statua di gesso un bene di famiglia da sopportare 
un'opera pia da accudire per forza di legge da custodire.
Nello schifo d'un orgasmo queste parole sono verità dura
nell'organico della spazzatura municipalizzata.
L'anima rabbiosa lancia invettive a destra e a manca che,
se ascoltate son comunque presto dimenticate nel mondo.
Signore, in questo schifo facili si è analfabeta di disabilità
io apro il cuore alla vita che c'è… Mah curare un disabile
cos'è! Essere un pittore impressionista della vita bella voluta
o amare la vita  così del prossimo tuo com'è di te stesso.
DISQUS...
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