Poesia di Gabriele
Al bar del cimitero
Forse son confuso ma i miei
piedi balbettano nel camminar
poi fermi nel sentirli son entrambi
terremotati così, io sollazzo l'anima
a non lasciar la vita ch'ormai
piangente... l'abbandona alla svelta.
Anche nel pensar il primo pensier
mi dice nel sogno che son morto.
Così, all'improvviso l'anima si ritrova
migrante nell'universo.
Ci vediamo tutti nell'etere al clone sulla terra
del bar cimiteriale di Cepagatti, al "Ciij pahat",
ci hai già pagato l'ingresso al cimitero? Ooh Dio!
perché, io ho cambiato la mia residenza al tuo
municipio in cielo e, vorrei brindar con te.
Mah dimmi con i santi abiti ai quartieri alti su
nell'immenso cielo, sei con le madonne e saluto
gli angeli in giro... Sai, nell'etere ci sono anch'io!
In quale blog stai su internet? Se vuoi chattare, io
stò a navigare nel salotto web della stella di
rosso vestita è venexiana lei è la vita...
Un nuovo fiore d'un geranio nel maggio con una rosa
è lei un incrocio poetico dove io confuso mi perdo
a leggere le poesie, non le mie.
Bensì, di altri poeti che descivono l'amor cortese,
le più belle, scritte eleggibili tra le nuvole come,
io volavo fantasticando per non sentir dolore ora
volo per non essere dimenticato.
Senza dimestichezza, ondeggio tra le stelle eeh mi
scaldo con i raggi del sole trascorro il tempo
raccontando il mio passato ormai remoto,
ricordato... per i soli guai.