Poesia di Gabriele
Alfabeto, arcobaleno nel pentagramma
Io sono un poeta, che non sa interiomente descriversi
per proporre come i sentimenti col cuore li vive,
matto che come gli pare li vive invischiati di realtà.
Io sono il poetastro di colui scrivano arrangia inchiostro
stenografa alla luna con un pò di stelle in cielo
e descrive con lagna la sofferenza nel dolore
carotando musica consonanti e vocali, le parole nel pallore
per dare il verso giusto di dolce vita al pensiero.
Non sono un yanez de gomera che sguaina consonanti
prive di vocali per un afone parolare è un parlottare
con parole prive di dignità senza un senso del significato.
Nascosta senza voglia di farsi capire è la poesia oggetto
che non esprime valore poetico al soggetto
con specifiche parole anche aggettivi scelti dall'alfabeto
delle lettere consonanti che invocano le vocali
con la voglia di poesiare parole nuove distinte ottime
con l'arcobaleno dei colori spuri un pò foscati sono tutti in
quanto belli se freschi un pò lucidi per invidiare
gli occhi del lettore alla lettura della poesia.
Se non basta, con la fantasia dal pentagramma musicale
le note scelte a orecchio zampillano a sorrisi con gioia dagli strumenti
studiando un arrangiamento a sonagli per evocare melodia
trascinante per il lettore compreso nella lettura della poesia.