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Poesia di Eugenio
Zoppis Disgelo

Fremono le timide verzure
Alle pallide carezze dell'aprile.
Le pratoline occhieggiano fra l'erba
Diffidando dell’instabile calore.
Aperī veri mundus calefacto!

Ma venti inquieti di libeccio
Inchiodano le rose nei germogli,
Gelando la speranza dell'attesa
In smisurati silenzi di ghiaccio.

Non si affaccia ancora un pieno sole
Sull'universo del nostro discontento;
Ci vorrebbe un raggio redentore
Per mutare l'inverno in primavera:
L’abbraccio rinnovante dell'amore.

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