Poesia di Domenico Marras
Il mezzadro
In ottobre, con certosina cura,
Ho tagliato e bruciato le sterpaglie,
Raccolto ed accatastato le pietre.
In novembre, benché l'acqua caduta
Fosse piuttosto pochina pochina,
Ma, purtroppo, in fortissimo ritardo,
Senza ulteriore perdita di tempo,
Ho fatto zappatura della terra
E contestuale semina del grano,
Prestissimo riemerso dalla terra,
Non più chicco, ma verde filo d'erba.
Nei tempi canonici successivi,
L'ho sarchiato e difeso dalle erbacce,
Loro eterne ed acerrime nemiche,
Per cui è cresciuto così tanto bene,
Che a fine di maggio l'intero campo
Sembrava un'immensa lamina d'oro.
Il che mi ha fatto gran piacere e dire:
Anche se la metà la devo dare
Al concedente padrone del fondo,
Per l'anno futuro ci sarà pane
Sufficiente per tutta la famiglia,
Ed anche per fare l'elemosina
A qualcuno più povero di noi.