Poeti Emergenti -
Contadino spazientito -
Domenico Marras -
Mio carissimo Gesù,
Lo vedi quanto è bello,
Il mio piccolo campo,
Finito ora di seminare?
Trovarvi una pietruzza,
Un filetto di gramigna
Od una qualche zolletta
Sarebbe come trovare
Un ago in un pagliaio.
Ti sta piacendo, vero?
Però, per renderlo così,
Lavorato bene e pulito,
Simile ad un giardino,
Hai visto quanta fatica
E sudore mi è costato?
Adesso, mi raccomando,
Dì al tuo divino Padre
Che m'aspetto un'annata,
Se non proprio ottima,
Almeno almeno buona,
In modo che non venga
A mancarmi quel pane
Quotidiano che tu stesso
Mi hai esortato a chiedere.
E partecipa pure a tuo Padre
Che se anche questa annata
Sarà come le tre precedenti,
Col piffero che mi rivedrà
Più, in chiesa, la domenica.
RESTO A FARTI COMPAGNIA
Benedicat vos omnipotens Deus,
Pater, et Filius est Spiritus Sanctus.
La Messa è finita. Andate in pace.
Gesù, l'hai sentito il tuo ministro?
Ce l'ha detto con buone maniere,
Però, in buona sostanza, di fatto,
Ci sta mettendo tutti alla porta!
Ascolta, carissimo fedele,
Non essere così permaloso;
Dalla chiesa, che è casa di tutti,
Nessuno mai vi manderà via.
Quello che dice il mio Sacerdote:
“La Messa è finita. Andate in pace”
Riguarda solo chi se ne vuole
Andare, chi non vede mai l'ora
Di correre a casa per mangiare.
Però, se qualcheduno volesse,
E' padronissimo di restare.
Anzi mi farebbe un gran favore,
Perché, da fine Messa fino all'ora
Del Rosario, resto sempre solo.
Allora ti faccio compagnia:
Tanto oggi non ho per niente fame.
Tu, ragazzo mio, sei troppo assillante,
E a momenti, perfino petulante.
Stai sempre chiedendo, sempre chiedendo!
Parla, su! Che diavolo vuoi adesso?
Gesù, ti prego, non inalberarti,
Altrimenti mi incavolo anche io.
Ad ogni buon conto non sono io
A dover dire che diavolo voglio,
Bensì tu a dirmi chi diavolo sono.
Perché io non ho ancora capito bene
Se son composto di corpo e di anima
O se sono solo vile materia.
Dal fatto che mi viene naturale
Far continuamente delle porcate
Ne deduco che sono solo corpo;
Ma subito dopo, quando mi pento
D'averle fatte e m'assale il rimorso,
Allora penso d'avere l'anima,
Per cui, per un bel po', sto molto male;
Il che non mi piace proprio per niente.
Io te l'ho spiegato in mille maniere
(Anche se tu fai sempre il finto tonto)
Che tu sei materia ma anche spirito,
Il che vuol dire dotato di anima,
Della quale, quando sarà il momento,
Te ne chiederò minuzioso conto.
Minuzioso conto... C'è pochissimo
Da minuziosare, sai! Perché, ammesso
Anche che tu me l'abbia consegnata
(Circostanza che non ricordo affatto),
Spiegami cosa c'è da conteggiare
Se si hai tra le mani una sola cosa.
L'anima era una, una ne restituisco
E il grande conto è presto fatto e chiuso.
Eh, tu cosi dici, a te così sembra!
Ma le cose sono molto diverse.
La minuziosissima osservazione
Riguarderà la veste che avrà addosso:
Se la veste sarà bella candida,
Come era al momento della consegna,
Tutto va bene, però se la veste
Dovesse essere macchiata, bisunta,
Stai tranquillo che finirai all'Inferno.