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Uri
Poesia di Domenico Marras
Amicizia

Quando vado a letto, se tempo bello,
prima di prender sonno, di dormire,
faccio la solita capata ad Uri;
Ma non a quello di oggi, no no, in quello
ci passo dritto, come ho sempre detto,
e dritto vado a quello del mio tempo,
dove conosco tutti, e tutti me.
E là, oltre che vedere ed ammirare
le vie e le case, voglio vedere anche
le persone, specialmente le amiche,
e anche se non ci sono, perché morte,
io le vedo lo stesso in carne ed ossa,
e con loro parlo anche: di semina,
sarchiatura e falciatura di grano,
zappatura e potatura di vigna;
di chi ha le fave di buona cottura
ed il vino migliore dell'annata;
di lunghe siccità e di lunghe piogge:
le cose di cui parlavamo quando,
ragazzi, vivevamo dalla terra.
E vado anche se so che le persone
del periodo sono già tutte morte,
tutte domiciliate in camposanto,
dove, non di rado, vado a trovarle,
perché sulla nostra salda amicizia,
cementatasi tra filari e solchi,
bevendo tutti dalla stessa zucca
o bottiglia di vetro, quando c'era,
e fumando la stessa sigaretta,
neppure la morte ha potuto nulla.

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