Poesia di Cecilia Tonelli
Allieta
Senza un muoversi di labbra
Gli specchi dirigono la sagoma.
Scapole pungenti, indifeso attacco.
Spalle sottili e protese
Ai fili che mi tirano su,
Verso il tingersi di scuri filamenti.
Collo, strada sorella agli scontri eterni.
E via giù - ascensore autonomo:
Bianco seno;
Costole, strette alla mia pelle fuoriescono;
Ventre narciso;
Cosce, ginocchia, piedi - magri compagni,
Fratelli di terra.
Ah! La mia pelle digrada
Nel bianco panna
Dei filamenti ormai slavati.
Lo vedi negli specchi?
Esanime amo
A cui ogni volta Abbocco.
Ecco i fili di chi sono i figli.
Eppur mi allieta
Star qui solatia
Dalle mie ombre in estasi,
Per un'arte che so fare
Anche meglio di mangiare.