Turno e Giuturna
di Tony Basili
Non può accettare che Lavinia venga data
ad Enea per sancirne l’amicizia
con i Latini, chè lei è innamorata
di lui e appena apprende la notizia
con una rabbia che non sa contenere
al suo re Latino lo fa sapere
chè Turno non è uno dei tanti
e non accetta d’esser messo alla porta
per quello straniero protetto da santi,
seppur la madre Venere lo scorta
ch'è appen venuto e i patti vuol cambiare
sul suolo latino, lui venuto dal mare.
Ma Latino sente che quel tignoso
Non può contrariar, se vuol sua figlia,
e tenta di convincer il giovane animoso
che può trovar un’altra e se la piglia
chè non può dir di no a quel troiano
che sa pure che è assai svelto di mano.
Si formano due avverse opinioni,
chi è a favore di Enea e chi di Turno,
E vogliono che tra i due si tenzoni,
Lavinia è la posta del combattimento
E tutti son favorevoli all’evento.
Ma Turno s’inasprisce ed ha tanta bile
E dice ai suoi che quell’inganno
Non può subire per quel frigio vile
Che fa a lui re e al suo popolo danno
E solo perché è di Venere figlio
Crede magari d'evitar il suo artiglio.
Nasce un tumulto non una contesa,
E muore uno che di Enea fa parte
E ne scoppia allora una rissa che presa
Vien da Turno per rimestar le carte
E con la spada va in cerca del troiano
Che Lavinia gli vuol strappar di mano.
E’ Giuturna che lo guida col cocchio
E travolge molti invasori frigi
Ma lei è ninfa e per non dar all’occhio
S’è tramutata nell’auriga e fa prodigi
portando il focoso fratello nella lotta
Lontan dal troiano però e la sua botta.
Giuturna sa però che quel troiano
È tanto protetto dagli dei e infine
Prevarrà ed il tentativo suo è vano
Di salvare il fratello, chè le latine
Difese pure paiono scarseggiare
Per la ferocia d’ Enea ch'è ad ammazzare.
Pure Venere ricorre assai inquieta
Al grande Giove perché intervenga
Su Giuturna e con man discreta
All’obbedienza la induca e trattenga
Pure Giunone che infine capisca,
E al troiano i tranelli non più ordisca.
Sicchè una nube nera il padre Giove
manda sul carro dove sta Giuturna
Che ormai comprende che le prove
Sono esaurite e si intravede l’urna
Pe’l fratello, che saluta mestamente,
Sparendo poi nell'acqua come niente.
Turno ora rimasto solo sul carro
Capisce che dai colpi d' Enea lontano
La sorella l’ha tenuto, ma è bizzarro,
Chè lui vuole scontrarsi col troiano,
E troncargli l’ardire con la sua mano.
Enea che non l'ha potuto incontrare
Si è deciso a cambiare sistema
Per attirarlo e con lui duellare
Poter infine e quella lotta estrema
terminare che coinvolge la gente
disposta ad un accordo conveniente.
Dà fuoco alla città perché attiri
Turno per scontrarsi con lui in duello
Ed ogni altro infine si ritiri
Chè spetta solo a loro due far quello
Scontro finale che decida le sorti
Della lotta e Lavinia in don si porti.
E s’incontrano i due sotto le mura,
Turno con spada ed Enea con la lancia,
Ed iniziano a darsele senza cura
Ed ognun con l’altro lo scontro ingancia,
Ma a Turno la spada gli si è rotta
E corre via per evitar la botta.
Così inerme corre ed ai suoi chiede
Una spada solo, ma li sgomenta
Enea minaccioso, che non concede
Ad alcun che l’aiuti e così tenta
Di colpir l'inerme che cerca di sfuggirgli
E come una tigre gli fa sentir artigli.
Il fato incombe e la morte s’avvicina
A quel valoroso che scappa disperato
E inerme, ma Enea aspro destina
a morte per chi lo vuol aiutato
Nè può cambiare, lo sa, il suo destino
Che ha portato Enea sul suo cammino,
Ed infine Turno cade esausto a terra
E cerca riparo dal troiano ma la lancia
Gli pesa in mano e infine la sferra,
un colpo che il petto tutto gli trancia
per nulla commosso da quel meschino
Così destinato da un cinismo belluino.
20.3.18