Poeti Emergenti
Prove di poesia -
Tony Basili
41-Prove di poesia
..Di più, vorrei darti, ma non posso
Oro ed argento se di già ne avessi,
Ma ne son privo, lo persi nel fosso
E senza d’esso finché non ti scorsi vissi,
Ma poi che vidi quanto n’hai addosso
Pensai a quanti n’avevi fatti fessi,
Tanti quanti di ciondoli e bracciali
Porti addosso, senza i decimali.
Ho un bel cercare per trovare affetto
Come se fosse dell’oro conseguenza,
Basta guardar lo scrigno e per difetto
Posso capir gli affondi di licenza,
Ma tu sai dire di non farci caso
Ché non dà traccia il sangue dal naso.
Ogni volta che torno di nuovo
Ti vedo gioie, spille od orecchini,
Ma tu sai dirmi che trovati nell’uovo
L’hai tu, Lesbia, per doni pasqualini,
Ma nella reggia della grazia restante
Son essi pegni, se non soldo contante.
E se li conto e poi li temporizzo,
Par che n’abbia fatta tu di strada,
La grazia tua, ha fatto un bello schizzo,
E sorrisi t’inseguon per la contrada,
E se facessi conto dell’utilizzo,
Avrei chiesto d’aver un po’ di biada,
Che quest’oro oltre ad attirar ladroni
E’ pur il segno d’utilizzo di coglioni.
Ma tu niente, li indossi come gazza,
Non tutti insieme, data la tua classe,
Un giorno questo, per andare in piazza,
E poi quest’altro da ufficio delle tasse,
Se pur si sa che tirchia come sei
Son frutto i ciondoli, certo del “potrei”.
E hai potuto,non è sangue del naso
Quel che vedo che è un bel po’ di roba,
Né pur credo per incontri a caso
Che non portano certo a tanta sbobba,
Sicché credo che c’è chi bene sappia
Come con l’oro il tuo cor s’ ingabbia.
Consideravo stizzito che nel gruppo
Che indefessa frequenti da tant’ anni
Non hai potuto non trovar l’inzuppo,
O col guru che fa scemar gli affanni
O con qualch’altro che conoscendo a fondo
L’animo tuo, sa integrarti il conto..
Ma non so perché scrivo queste cose
Che n’ho fatta ormai d’esperienza
E le conclusioni sono state burrascose
Che evitare preferisco la tua lenza
Ché il mio pesce è piuttosto delicato
E non guizza se non si sente amato.
Certo è comodo aver qualcuno appresso,
Cavalier servente, o apri porta
E quando ti va, faccia un po’ di sesso,
Ma sol pure come ruota di scorta,
Ma qui t’insegno che l’amore è dono
Che vien dall’animo; ergo t’ abbandono.
Così sono solo in questo bel paese
Senza alcuno che mi dice “quando?”
Col lapis pronto ad esser cortese
O per brandirlo come il prode Orlando,
Ma innanzitutto a seguir tutte le nubi
E quel che vedo, ciò ch’appare e dubbi.
Poi per fortuna mi è successo a caso
Ché ho in mente di far nuova poesia
E ci provo, posto dentro a un vaso
Dove attingo e m’empio di magia
E un abbandono n’ho, quasi d’amore,
E il tempo perso guardo con stupore.
Rivedrò magari tutto ciò c’ho scritto
Per dare forma, se magari manca
A questa rima,o se mi par stanca,
A bruciar tutto e fare un bell’editto
Ché la scrittura segua un certo modo
E non si faccia per riempire il vuoto.
18.2.10