Poesia di Tony Basili
Troilo e Criseide
Non è figlia di Crise ma di Calcante
Quella che Shakespeare mette a Troia
Che 'l padre dei greci è vaticinante
E lei è rimasta con lo zio ma ne ha gioia,
Chè è altera bella ed ognun la vuole
Ma lei mira in alto e non spreca parole
Per chi quando torna dalla battaglia
Vorrebbe lei ch’è bella come Elena
Per averne conforto, ma lei solo vaglia
Chi possa darle non una catena
Ma pregio e dignità da gran signora
Come Elena, che a Troia, pure si onora.
Lei è Criseide che sul suo verone
È ogni giorno ad attenderne il ritorno,
lo vede bello, gli sorride e l’emozione
non le consente di dire che “buongiorno!”
a Troilo gagliardo il figlio giovinetto
di re Priamo , ma in guerra già provetto.
Quando torna con le armi rosso
Di polvere mista al sangue del nemico
Lei vorrebbe magari saltargli addosso
Per dargli conforto, ma ci vuole un amico
Che lo tenti dicendogli quanto lo ama,
E che vorrebbe star con lui che brama.
Infine lei è la figlia di Calcante
Che in ostaggio è dei potenti greci
E n’è diventato augure sì zelante
Che tutti a lui si volgono con preci
Per aver dei responsi dal dio Apollo
E saper quando avverrà di Troia il crollo.
E lei trova l’amico nello zio Pandoro
Ch’è tramite dell’ affetto del ragazzo
Che iniziò a frequentar sicchè il decoro
Ne accrebbe e la bellezza, ed or n’è pazzo
E da lei ora va tornando dal campo
E per valor del fratello è lo stampo.
Troilo è un giovin forte e ben messo
Alto quanto Ettore ma assai diverso
Che con le armi che tiene pronte appresso
Non fa sconti di sorta come immerso
In una foga che tronca senza posa
Le membra senza pietà ed ogni cosa.
Ma quando poi è finita la battaglia
È tanto giovane e così innamorato
Che Criseide se lo gode e tra la paglia
Lo tiene tra le sue gambe attorcigliato,
E non sa distaccarsene il ragazzo,
Che dopo la lotta va da lei a razzo.
La guerra intanto dopo sette anni
E’ in stallo sì tanto che il prode Ettorre
Una sfida lancia con tanto di banni
Per chi dei greci a lui si saprà opporre
E nel campo greco appaiono smarriti
Chè Achille si burla di tali inviti.
Il pelide resta in tenda assai inquieto
Perché privato l’han della sua schiava
Che Agamennon si è presa con decreto
Per rimpiazzar l’altra che tanto amava,
Figlia di Crise , gran sacerdote d’Apollo,
Che a Troia riconsegnò, pena il tracollo.
Per questo il campo greco funestato
Fu da mali e danni d’ogni sorta
Perché Crise sebben si fosse protestato
Sacerdote di Febo fu messo alla porta
E dal dio ebbe che sul campo greco
S’abbattesse ogni mal che come cieco
Recise questo e quello, finchè questa
Riconsegnata fu al padre sacerdote
Ma non sortì la pace, chè più presta
Fu l’azion che come sferza percuote,
Per il ratto della schiava di Achille
Ch’or s’ astiene dalla lotta e fa faville.
Ed i greci non sanno chi contro il troiano
Mettere, ch' è noto d’Ettorre il valore
E di convincere Achille par vano
Chè scaccia tutti quanti il suo rancore
E Ajace designano allora pe’l duello
Che tronfio va in giro come un cammello.
Si rode Achille perché il campione
Non è più lui dell’esercito greco
E c’è Ulisse a propagar l’opinione
Che del valore e della gloria fa spreco,
Ché lasciando fare ad Ajace quel duello,
La sua fama finirà in un bordello.
Però lo scontro inizia tra i campioni,
Ad Ettorre si fa contro il grande Ajace,
Ma lui è d’Esione figlio e non son buoni
I duelli tra cugini, chè al dio non piace,
Sicché dopo uno sferraglio posan le spade
E l’animosità tra i gruppi così cade.
Calcante in quell’ambito è a dire
Che un termine occorre al guerreggiare
E perciò Antenore a Troia restituire
Bisogna, ch’ è in grado di negoziare,
chiederà in cambio Criseide sua figlia
Che certo ubbidirà al suo batter di ciglia.
Si conviene per l’incarico a Diomede
Che dovrà andare a Troia per lo scambio
Portandovi Antenore perché Criseide
Possa tornare da suo padre in cambio.
Ma non si rendon conto tutti quanti
Che Troilo con Criseide sono amanti.
Paride è ad che accoglier l’ambasciatore
E sa ben che non posson porre veti
E della decision si fa latore
Nei confronti di Troilo perché cedi
E non faccia al ben di tutti resistenza
E consigli pur a Criseide ubbidienza.
Ma lei non vuol che n’è innamorata
Tanto di Troilo e vuol restare sua
E piange e langue, cuore lacerato,
che lei vuol esser sua, sempre sua,
ma non ci si può opporre alla ragione
di quella guerra e lei n’è condizione.
Così gli amanti alfine si separano
Tentando di giurarsi fedeltà,
Ma gli scambi così li allontanano
Che ognuno non sa dove finirà,
Ma a ogni modo dicon si rivedranno
E quindi lei e Diomede se ne vanno.
La guerra poi riprende con violenza
Ed Ettorre con Troilo fanno strage
Di nemici e non c’è alcuna parvenza
Di pietà e così che agli dei più piace
Ed in uno scontro pure Patroclo perisce
Per man d’Ettorre e Achille s’inasprisce
E giura che scenderà presto in battaglia
E d’ Ettorre prenderà certo le spoglie
E non c’è Ajace che possa fare faglia
Al suo valor, che ognun se vuol, lui coglie,
Ché lui ha l’orgoglio dell’ invincibile
Ed il rancore per l’amico è insostenibile.
Come leone che entrato in un recinto,
D’improvviso il gregge scanna e rompe,
Così Achille dal gran rancore spinto
Tra i troiani infuria sanguinario ed incombe
Come una falce di vento impetuoso
E teste e braccia trancia rovinoso,
E anche Ettorre non lungi pure impazza,
Anche lui, di sangue acheo sporco,
Ch’è sceso in armi, sebben come pazza
Predetto avesse Cassandra che all’orco
Ammazzato sarebbe finito il suo sposo,
E non sentì Andromaca, lui sdegnoso.
E stato ucciso Ettorre, che rovina!
Di Troia si prepara così il crollo
E Troilo c’ha subito la rapina
Della sua amata or cerca non satollo
Di trovare Diomede che dei suoi regali
Si fregia come suoi e son pugnali.
Comprende che Criseide ormai lontana
Si è data a Diomede ch’è suo signore
E pensa a quel ch’è stata, gran puttana,
ma il pensiero certo fa un poco orrore,
ché la donna come merce vien trattata
e dall’amore di qualcuno è confortata.
4.3.2018