Poesia di Tony Basili
I rurali
Non voglio contraddire i tuoi progetti
Che certo hai per la feccia umana
Ma in ogni caso vorrei che tu li metti
Appesi agli spini ‘sti figli di p.. ana
Che con un colpo di man fanno razzia
Delle cascine della gente, che porcheria!
Questi bricconi che ci son toccati
Si sono inventata la riforma del catasto
Per cui stalle e pollai verran mutati
In fabbricati urbani con un sol tasto
E se ne fregan che l’urbano sta in città
E che la stalla in questo tipo non ci sta.
Avverrà quindi che pollai e porcili,
casette dove si metton vanghe e zappe
E stalle con annessi sorci e fienili
Dovran essere per le loro cappe
Trasformati con progetto in urbani
Per scempiaggine di questi gran p…ani
E la causa di ciò mi pare questa
Siccome la casa han depredato,
Con leggi che l’una puzza e l’altra appesta,
Ché par che il tuo, lo Stato te l’ha dato,
e la gente or fa a meno di comprare
han pensato così di poterci fregare,
Col lapis son pronti geometri e architetti
E avvocati che allettan al contenzioso,
chissà di quante stalle fan progetti,
e lasciarci il porco poi sarà curioso,
e dovremo perciò abbandonar gli attrezzi
e fare tutte le stalle in mille pezzi.
E l’agricoltura…già poi chi la fa?
Dall’urbe, pensa, viaggiare con le zappe,
ma il rastrello poi chissà dove sta?
E dovrai fare almeno quattro tappe
per il rastello, le forbici e la coda
col taxi o tram …vestito alla moda!
Insomma questa sorta di imbecilli
Invece di inventar un nuovo lavoro
E far star i pochi che zappano tranquilli
Si son inventato ‘sto capolavoro,
Che non serve tanto a tassar le ville,
Quanto a ridurre l’agricoltura in cento stille!
15.9.17