Poesia di Tony Basili
Atlantide
Quella la terra di cui parlo adesso
Era abitata da gente assai evoluta
Che da un mondo orbitale ebbe ingresso
Ed ogni scienza fu da loro conosciuta
Che’ aveano piramidi e castelli
Che in terra più non ci son simili a quelli.
Ma poi successe che questa gente
Non si sa come diventò arrogante
E non si curò d’onorar il supremo ente
Che tanto s’inquietò con chi ignorante
Non ricordava che tutto quel che era
Solo a lui dovea, la vita vera.
E successe anche là quello che altrove
Avvenne, che piovve per cinquanta giorni
Ed i fiumi dilagarono in ogni dove
E pure i corvi fuggirono dai dintorni
E l’acqua sommerse i piani e i colli
Ché le case finirono in ammolli.
Avvenne questo in un bel po’ di tempo,
Cinquanta giorni , che i fiumi col mare
Si confusero e nessuno ebbe scampo
Di quei rimasti, tutti ad affogare,
Questo almeno si disse, e dicon pure,
Che non ebbero così tante sventure.
Pare infatti che appena l’acqua li colse
Fuggiron chi in Egitto o in America
E le lacrime dei rimasti Dio accolse
Sì che insegnò lor in maniera omerica
come ai pesci a viver sotto il mare
E non ci volle granchè a farli abituare.
8.2.18