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Morte del re. La ripetition! (21.1.1793)
di Tony Basili

Due secoli fa, proprio in questo giorno,
Accadde un fatto che segnò il confine
Tra il vecchio e il nuovo, e fu senza ritorno,
perché il vecchio sistema ebbe la fine
per dei sans culottes, o gilets, assai strana
con cui si istituì la democrazia sovrana.
Il popolo langue, ma non già la corte
Che di vitalizi vive e di soprusi,
ma colpa ne ha la sinistra che dà man forte
Che pare servire il re, ma per i suoi usi,
ed un tal giorno la folla è tanto grossa,
qualcun l’aizza e va alla riscossa.
Il re se la ride, non crede alla sommossa,
ma un valletto :”Sire, è la revolution!”
ma il significato non gli dà una mossa
e la nobiltà poi  ha una tal scarsa cognition,
“Non se ne curi, Sire, ché questa gente,
senza di noi non sa fare niente!”
Allor la folla assale tutto ciò ch’è bianco,
I loro colori, nobile e clero, ogni potestà,
Che presa ed uccisa o posta avanti al banco,
incredula pensa,” ma qui che si vorrà?”
ma il popolo chiede dei nobili la testa
e tutti quanti partecipano alla festa.
Si prende il re, che non crede a tanto
Possa arrivare la folla inferocita,
Poi incomincia ad invocar qualche santo
Che impietosito gli salvi la vita,
ma la folla è inquieta e il sangue vuole
e se ne sparge, ma poi è quel che suole!
7.12.2018 (mi è capitata per caso, ma scritta da tempo. Chissà?)

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